lunedì 23 febbraio 2015

I fascisti a Bolzano

 “Se non state attenti i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono” Malcolm X

I fascisti di Casa Pound per domenica 22 febbraio hanno organizzato un presidio in piazza Municipio a Bolzano contro la “cattiva amministrazione” e contro i Rom. Non interessa certo a noi entrare nel merito della questione sull'amministrazione ma un ragionamento sulla questione dei Rom è necessario. Ciclicamente stranieri e nomadi vengono utilizzati come carne da macello nelle campagne elettorali dei gruppi della destra più becera e reazionaria. Si parla di “invasione”, i diritti degli autoctoni sembra che vengano messi a rischio da questa massa di poveri in fuga che fa pressione sulle nostre frontiere. I profughi che scappano dalla guerra in Siria e dagli altri conflitti diventano dei “pericoli”, addirittura vengono dipinti da questi brillanti teorici dell'idiozia come dei “privilegiati” cui tutto è garantito: cibo, acqua e -inaccettabile! - anche sigarette e soldi per telefonare.

Per alcune settimane al confine del Brennero, abbiamo assistito alla sfilata di tutti i razzisti italioti, dalla Lega a Casa Pound appunto; per impedire la creazione di un centro di accoglienza per i profughi. Trasformare le vittime in carnefici, i poveri in privilegiati è un vecchio giochetto utile per distogliere l'attenzione dal vero problema. Il buon vecchio capro espiatorio che a seconda dei casi e delle epoche storiche può essere il dissidente politico, l'ebreo, lo zingaro oppure l'omosessuale. Non bisogna essere dei commercialisti per capire che la condizione economico-sociale in cui si trova l'Italia oggi non può essere determinata da qualche poveraccio che vive in baracche bensì da chi spreca miliardi di euro in opere inutili come il Tav o in missioni militari neocoloniali come quelle in Afghanistan e (in passato) Iraq. Solo uno stupido o qualcuno in malafede può pensare che il taglio sistematico a servizi, sanità e scuole possa essere dovuto all'accoglienza dei profughi. Quando un movimento politico lancia crociate contro gli zingari spacciandole per lotta contro il degrado o per la “legalità” si inizia a sentire una puzza nauseabondo di carogna.

Dette queste banalità di base ricordiamo che numerose sono le aggressioni gravi di cui CasaPound in Italia è responsabile, citiamo le più gravi: 13 dicembre 2011 a Firenze due senegalesi vengono uccisi, 17 novembre 2014 una squadraccia aggredisce con spranghe di ferro i tifosi dell'Ardita (fra gli arrestati il candidato sindaco di CasaPound Viterbo), il 18 gennaio 2015 un militante del Cso Dordoni è ridotto in fin di vita nel corso di un aggressione . Da novembre 2013 anche a Trento esiste una sede di questi fascisti e nel corso di quest'anno sono decine le aggressioni che hanno compiuto con coltelli, spranghe e pestaggi. Il 9 febbraio, sempre a Trento 3 auto guidate da membri di Casa Pound hanno tentato di fare uscire di strada un militante antifascista trentino.
Sembra che a Bolzano si candideranno alle elezioni comunali, se secondo loro non ci sarà una buona offerta da altri partiti di destra. Indicativo della loro spregiudicatezza e del loro opportunismo: aggressioni, pestaggi, campagne elettorali, presenza in talk show televisivi locali, ogni mezzo è buono per avere un risultato.

NESSUNO SPAZIO ALLA GUERRA FRA POVERI
I NEMICI SONO I PADRONI E NON GLI ZINGARI

I compagni di Bolzano

martedì 17 febbraio 2015

Casapound? Meran wehrt sich


Die rechtsextreme Gruppierung Casapound versucht in letzter Zeit immer wieder ihre faschistische Meinungsmache nach Meran zu bringen. Schon in vergangener Zeit kam es immer wieder zu nächtlichen Plakatierungen, und am Schulzentrum in der Karl Wolf Straße und in den Meraner Lauben wurden massenweise Sticker verklebt. Da es im Raum Meran nur sehr wenige Unterstützer von CP gibt, kommen immer wieder Mitglieder von Bozen nach Meran. 
Laut Berichten soll vor einigen Wochen eine Gruppe von sieben-acht Neofaschisten versucht haben vermeintliche Linke vor einer Bar zu verprügeln. Mit Sandhandschuhen ausgestattet, sollen sie einige junge Männer bedroht haben, und sie aufgefordert haben nach draußen zu gehen um sie zu verprügeln. Ein Augenzeuge bestätigt zudem, dass bei den Angreifern mindestens eine Person dabei war die in Bozen auf der Liste von Casapound für den Gemeinderat kandidiert.
 

Ein CP-Mitglied auf Facebook
Vergangene Woche ist es in Meran wieder zu Einschüchterungsversuchen gekommen. Eine Gruppe Rechtsextremer hat in ganz Meran Plakate von Casapound und deren Studierendenorganisation Blocco Studentesco mit Kleister an Wänden und Tafeln befestigt. Dabei wurde am Schulzentrum auch ein Graffiti der Fans des Fußballclubs Bubi Merano (Brigata Giallorossa) überklebt. Diese sind für ihre antifaschistische Haltung bekannt. Alle Plakate von Casapound in Meran wurden rechtswidrig in einer Nacht-und Nebel-Aktion angebracht. CP kandidiert in Bozen für die Gemeinderatswahlen, trotzdem scheuen sie keine Mittel um politische Gegner einzuschüchtern.
 

Auf frischer Tat ertappt hat die Faschos in Meran ein Mann, der gerade auf dem Parkplatz in seinem Auto saß. Er dachte dass es sich bei den vermummten Personen um Einbrecher handelt und hat sie kurzerhand mit seinem Smartphone aufgenommen. Das Video wurde uns einige Tage später zugesendet. Hier das Video
 

Die Fans von Bubi Merano unterstrichen beim letzten Spiel am Samstag ihre antifaschistische Haltung mit dem Banner „Merano rimane antifascista“.

Die Antwort der BGR

Auch die Antwort einiger Meraner AntifaschistInnen ließ nicht lange auf sich warten: Sie überklebten die rechtsextreme Propaganda mit eigenen Plakaten. Die Botschaft der Meraner scheint eindeutig zu sein: Faschistische Umtriebe will man hier nicht haben!


Negli ultimi tempi il gruppo neofascista Casapound sta nuovamente cercando di propagarsi anche a Merano. Già in passato abbiamo assistito ad attacchinaggi notturni e alla comparsa di miriadi di adesivi sotto i Portici e nel complesso scolastico di via Karl Wolf. Considerata la scarsa presenza numerica di CP nel meranese, è facile immaginare che queste "operazioni" siano opera di militanti bolzanini in trasferta. 
 Qualche settimana fa, un gruppo composto da 7-8 neofascisti ha cercato di attaccare briga fuori da un bar: equipaggiati con guanti rinforzati hanno provocato alcuni giovani avventori, cercando di spingerli ad uscire dal locale per passare dalle parole alle vie di fatto. Un testimone oculare dell'accaduto ha affermato di aver riconosciuto un individuo candidato nella lista di Casapound alle elezioni comunali.

La scorsa settimana lo stesso gruppetto si è rifatto vivo. L'intera città si è risvegliata dopo essere stata oggetto di un selvaggio attacchinaggio notturno con manifesti di Casapound e della sua organizzazione studentesca, il Blocco Studentesco. Nei pressi del centro scolastico, i neofascisti si sono premuniti di coprire soprattutto i graffiti della Brigata Giallorossa, la tifoseria della squadra locale di calcio a 5 Bubi Merano. Una tisoferia nota per la propria militanza antifascista. Tutti i manifesti, ricordiamo, sono stati affissi illegalmente: Casapound da un lato tenta la via democratica, candidandosi alle comunali, mentre dall'altro non si fa scrupoli a usare l'intimidazione contro i propri avversari.
 

Durante questa spedizione, i fascisti sono stati notati da un uomo che, seduto nella sua macchina parcheggiata, li ha scambiati per dei malintenzionati e, senza tante cerimonie, li ha ripresi con il proprio smartphone. Il video ci è stato recapitato un paio di giorni più tardi. Ecco il video


 

Da parte loro i fan del Bubi hanno rimarcato la loro posizione espondendo lo striscione "Merano rimane antifascista" nel corso della partita di sabato scorso.
 

Antifaschistische Plakataktion

Fuck you Casapound

Anche la risposta degli antifascisti e delle antifasciste meranesi non si è fatta attendere: i manifesti dei fascisti sono stati prontamente ricoperti con altri di segno opposto. Il messaggio proveniente da Merano è lampante: nessuno spazio ai fascisti!

Klare Botschaft: Chiudere Casapound

giovedì 12 febbraio 2015

Kultur statt Rasse - die Identitären

Neue Gruppe am rechten Rand in Südtirol geplant. Laut Informationen soll es am Freitag den 13.02 den ersten "Stammtisch" der Identitären Bewegung Südtirol geben.
Das Treffen soll in St. Ulrich um 20:00 in der Pizzeria Saskia stattfinden. Auf telefonischer Nachfrage der Antifa Meran gab man sich im Lokal ahnungslos: von einer politisch rechten Gruppe hätte "niemand etwas gewusst. Vielmehr wurde der Tisch  "nur von einem Kollegen reserviert"



Entstehung

Zunächst die gute Nachricht: Die Identitären sind - sowohl in Frankreich, als auch in Deutschland und Österreich - ein Randphänomen. Auch in den anderen europäischen Ländern, wo sich Ableger gebildet haben, sind es Kleingruppen mit einem Mobilisierungspotential von unter hundert Personen.
Ursprung dieser neurechten Jugendbewegung ist Frankreich, wo sich nach der Besetzung einer Moschee im Jahr 2012 die Gruppe "Génération Identitaire (GI)" gebildet hat, auch in Deutschland und Österreich bildeten sich in dieser Zeit Facebook-Gruppen, die später zu Aktionsgruppen wurden.
Erkennungszeichen ist der griechische Buchstabe Lamda, der aus der Comicverfilmung "300" über die Schlacht bei den Termophylen entlehnt wurde.

Ideologie
Die Identitären sind als Teil der "Neuen Rechten" einzuordnen, d.h. sie besetzen den Platz zwischen Neofaschismus und Konservativismus. Sie vertreten ethnopluralistische Ideen, einer auf den ersten Blick moderaten Version des ethnisch-biologistischen Nationalismus, und wenden sich gegen Multikulturalismus und Islamisierung. Dabei beziehen sie sich auf den Vordenker Alain De Benoist: "De Benoist und die Vertreter der »Neuen Rechten« verfolgen das Ziel, rechte Ideologien in neue Begriffe zu fassen, um innerhalb öffentlicher Debatten die Diskurshoheit zu erlangen. Im Rahmen dieser Bestrebungen wird zum Beispiel der Begriff der Rasse durch den der Kultur ersetzt und die Ideologie des Ethnopluralismus propagiert. Die Selbstbezeichnung als »Identitäre« ist als eine neurechte Strategie zu verstehen, die versucht, den sehr breit gefassten Begriff der Identität mit extrem rechten Vorstellungen aufzuladen." (JW)

Einschätzung
Die Ideologie der Identitären ist strikt abzulehnen: Dass sie auf die gesellschaftliche Abgrenzung vom Faschismus gelernt haben und andere Begriffe verwenden, ändert nichts an ihrer nationalistischen und rassistischen Einstellung; wer in einer Migrationsgesellschaft die nationale Homogenität fordert, ist um nichts besser als seine chauvinistischen Vorgänger; ihr Islambild ist ethnisierend und greift rassistische Stereotype auf. Aus diesem Grund sind diese Gruppen eindeutig abzulehnen.
Die Gefahr, die von diesen Gruppierungen ausgeht, ist politisch gesehen freilich gering; die Gruppen in Frankreich, Deutschland und Österreich fristen ein Nischendasein - sowohl gesamtgesellschaftlich, als auch innerhalb des rechten Lagers. Jedoch bestehen überall gute Verbindungen ins neofaschistische Lager: "In Österreich bestehen die Identitären zu einem guten Teil aus Burschenschaftern bzw. aus Menschen, die aus handfesten Neonazi-Strukturen kommen.", erklärt die Politikwissenschaftlerin Natascha Strobl, die ein Buch über die Bewegung mitverfasst hat. Auch in Deutschland wurden mehrere Gruppen von Neonazis unterwandert. In Südtirol ist ähnliches zu beobachten. Zudem darf ihre Rekrutierungsfunktion für das neofaschistische Lager nicht unterschätzt werden.

Verweise
Antifaschistisches Infoblatt, fm4

martedì 10 febbraio 2015

E le foibe?


ONOREVOLI COLLEGHI ! —
Ci sono pagine, nella storia dei popoli e degli uomini, che
grondano di dolore e di ingiustizia.

Comincia così la proposta di legge presentata nel 2003, che porterà nel 2004 all'istituzione del Giorno del Ricordo.
Tra i firmatari spunta un nome: Mussolini. E' la nipote, ma rimane un colpo pesante

Che porta a ricordare. Un popolo senza memoria, ha scritto Sepulveda, è un popolo senza futuro.
Mi viene quindi in mente una frase, riportata dal documentario Fascist Legacy di History Channel, del nonno di Alessandra Mussolini, che così si rivolgeva ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, nel 1943:

“So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia,
ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori”

E sempre ricordando quanto detto in tale documentario, l'Italia a differenza della Germania non è mai riuscita a de-fascistizzarsi, a fare i conti con la propria storia per riuscire ad andare oltre.

In Italia la memoria è funzionale: all'italiano piace ricordare solo certe cose, quindi non ci stupisce che sia un Governo Berlusconi, quello del Kapò a Schultz e del "Mussolini che ha fatto solo cose buone", a sdoganare anche la propaganda sulle foibe.

Le foibe ci sono state: questo è storicamente appurato e nessuna persona in buona fede può "infoibarle", dimenticarle. Ma non si può neppure ingigantirle a scopo puramente propagandistico, come è accaduto con l'istituzione del Giorno del Ricordo, che viene oggi strumentalizzato (dagli che stessi che l'hanno voluto) con mirabolanti cifre e falsi storici. Perché una memoria funzionale permette di distorcere la storia, con la sicurezza che l'ignoranza delle persone porti ad accettare tutto. Per ritornare alle vecchie glorie irridentiste, a quel confine orientale che il nazionalismo italiano non può abbandonare. Per equiparare le vittime del nazifascismo, ricordate con la Giornata della Memoria, con le vittime italiane ricordate con il Giorno del Ricordo.

Ma per capire meglio le foibe vi rimando ad un articolo migliore del mio di Lorenzo Filipaz su WuMing, che con le sue FAQ spiega tutto quanto c'è da sapere.

Non siamo senza Memoria: noi ricordiamo i crimini fascisti, di oggi e di ieri, costellati di rappresaglie e soprusi. Noi ricordiamo bene, per non cadere nella trappola di una storia relativista, serva della propaganda come chi la utilizza è servo del padrone. Noi ricordiamo ben come le vittime di cui dovremmo ricordarci sono anch'esse vittime del fascismo: di quella follia che ha pervaso l'Italia, creando quel conflitto etnico in nome delle "razze superiori" che sarà alla base delle foibe.

L.

giovedì 5 febbraio 2015

Die Schützen auf dem Tannenberg

Die Schützenkompanie Ehrenburg wurde 2003 "von jungen Patrioten" gegründet, seit mehreren Jahren veranstaltet sie in Kiens den sogenannten "Tiroler Ball" - so weit, so gut.
Der Teufel steckt im Detail - besser gesagt, in der Schrift. Sowohl beim offiziellen Logo der Kompanie, als auch bei den Veranstaltungsplakaten von diesem und letztem Jahr wird die Schriftart "Tannenberg" verwendet. Die Plakate für den diesjährigen Ball hängen derzeit im Raum Kiens an Straßen und Wänden.

Das Problem dabei: "Tannenberg" ist eine Schriftart, die nach der Machtübernahme der Nazis in den Jahren 1933 bis 1935 entwickelt wurde und als "deutsche Schrift" galt, während andere Schriftarten als "Judenlettern" gebrandmarkt und verdrängt wurden. Benannt ist sie nach der Schlacht bei Tannenberg, einem heroisierten Sieg der Deutschen im 1. Weltkrieg. Nach 1945 fand die Schrift aufgrund ihres Entstehungskontextes so gut wie keine Verwendung mehr.
Nazi-Plakat mit "Tannenberg" und anderen Frakturschriften

Uns ist klar, dass diese Schriftart heute überall im Internet verfügbar ist. Aber man muss auch sagen, dass es sehr viele Frakturschriften gibt, die unbelastet sind und die vielfach verwendet werden. Dass eine Schützenkompanie, in der zudem der medial versierte SSB-Referent für Medien- und Öffentlichkeitsarbeit Efrem Oberlechner aktiv ist, gerade auf eine  Schriftart zurückgreift, die ihre Ursprünge im Nationalsozialismus hat (zudem noch kombiniert mit den Farben rot-weiß-schwarz), muss als grob fahrlässiger Fehltritt gewertet werden.
Gerade die belastende Rolle der Schützen im Nationalsozialismus sollte hier Sensibilität zum obersten Gebot machen.

Danke an A. für den Hinweis!

lunedì 2 febbraio 2015

Demanega im braunen Sumpf


Von den Freiheitlichen wurde die sh.asus wien in den letzten Tagen immer wieder angefeindet. "Linker Aktivismus" und "Aufrufe zur Anti-WKR-Ball Demo" werden der Studentenvereinigung vorgeworfen. Besonders letzteres geht den Freiheitlichen, unter anderem Michael Demanega, gegen den Strich.
Der WKR-Ball ist übrigens eine Veranstaltung, die von deutschnationalen bis rechtsextrem eingestuften Burschenschaftlern besucht wird. Im Wien Akademikerball sind offen rechtsextreme Männerbünde wie die Olympia, die Teutonia, sowie die Cimbria organisiert – um nur einige zu nennen. Der Ball gilt als Highlight in der rechtsrechten bis rechtsextremen Szene und demonstriert, wie gut die Korporationen und Burschenschaften als Bindeglied der bürgerlichen Rechten und den Rechtsextremen fungieren. Aus allen Teilen Österreichs (und darüber hinaus) wurden Gäste erwartet.

Vice Video

Deswegen scheint es dem Michael im folgenden Video auch nicht zu stören, mit dem Vorsitzenden der rechtsextremen Teutonia an einem Tisch zu sitzen - dessen Mitglied Michale Demanega auch ist.

In den neunziger Jahren galt die Teutonia als "Hochburg der militant-rechten Wiener Szene". So beschreibt es das Dokumentationsarchiv des österreichischen Widerstandes. Einige der Mitglieder waren damals in Neonazi-Netzwerken aktiv. Auch heute noch reichen die Verbindungen in die rechtsextreme Szene bis hin zur zur rechtspopulistischen Partei FPÖ. "Über die FPÖ können Burschenschafter Themen setzen und völkische Kernanliegen, wie etwa die 'Deutscherhaltung' Südtirols, den 'Kampf gegen Überfremdung' oder die Infragestellung des NS-Verbotsgesetzes im tagespolitischen Diskurs halten", sagt der Wiener Politologe Bernhard Weidinger.

Demanega beim Akademiker-Ball
Laut einem Foto, das im Internet kursiert, war Demanega selbst Teilnehmer beim umstrittenen „WKR-Ball. Der Freiheitliche scheint die Nähe ultrakonservativer und rechtsnationalistischer Gruppen nicht zu scheuen, nein er schliest sich ihnen an.
Wieder einmal zeigt sich, dass der vielbeschworene "Ehrenkodex" der Freiheitlichen das Papier nicht wert ist, auf dem er steht.

Hier dazu ein Kommentar der Brennerbasisdemokratie.