Il copione è sempre lo stesso in tutta Italia: viene inaugurata una sede fascista e, quasi per incanto, iniziano le aggressioni ai danni degli antifascisti locali.
Il Trentino non fa eccezione. A seguito dell'apertura - per altro fortemente contestata - della sede di CPI in via Marighetto a Trento, è infatti iniziato uno stillicidio di aggressioni con cadenza quasi settimanale, in un crescendo di violenza verbale e fisica, che ha conosciuto il suo apice venerdì scorso ad Arco, quando i fascisti hanno tirato fuori le lame. A farne le spese Andrea, un antifascista, ricoverato d'urgenza al S. Chiara di Trento con il fegato perforato e altre lesioni. E' chiaro che questo episodio segna uno spartiacque inquietante: chi ha colpito puntava ad uccidere. I giornali gettano acqua sul fuoco parlando di banali risse tra ragazzi, cercando di negare l'inequivocabile sfondo politico delle aggressioni di queste settimane. Noi preferiamo parlare di violenza squadrista ai danni di compagni e compagne da sempre attivi su più fronti, dalla lotta contro il BBT a quella contro la base militare di Mattarello, una vera e propria "spina nel fianco" dell'altrimenti pacificata e sonnolenta regione. Non abbassiamo la guardia, non concediamo al fascismo, vecchio o nuovo che sia, spazi di agibilità politica.
Ad Andrea e a tutti gli antifascisti trentini vanno la nostra solidarietà ed un abbraccio fraterno.
ANTIFA MERAN