Ein Gastkommentar von Keidi Jatro, Studenti Consapevoli Bozen:
Rivoluzione
“Chi combatte può perdere, chi non combatte ha già perso!” diceva un tempo un grande uomo.
C’è chi dice “ma tanto non cambierà niente”, “ma tanto chi c’ascolta?!”, “sei solo un pazzo che crede in un’utopia, un illuso!”. La mia risposta è sempre la stessa: “Cos’ho da perdere? Tu che cos’hai da perdere se ti unisci a me? Ormai abbiamo già perso tutto, o siamo nati quando tutto era ormai già perso. Possiamo solo ripartire da capo, ricostruire tutto come abbiamo sempre desiderato.” E tendo la mano. C’è chi l’afferra e c’è chi preferisce farsi scivolare il tempo,gli eventi e la vita addosso.
Chiedo a voi uomini, donne, giovani, anziani, lavoratori, studenti, pensionati, pensatori, illuminati, combattenti, speranzosi, utopisti, realisti, romantici, coraggiosi, irascibili, pacifisti, ambientalisti, chiedo a voi uomini liberi: Che cos’avete da perdere?
In meno di vent’anni un solo uomo è riuscito ad instaurare un sistema mediatico di controllo delle masse, è riuscito a rendere il qualunquismo un’arte, è riuscito a fare dei corrotti, dei codardi, dei buffoni un modello per tutti, è riuscito a rovesciare il significato di Stato, lo ha trasformato in un sistema illecito di dominio sul popolo, ha reso la mafia e la corruzione il vero Stato, trasformando la precedente istituzione statale in una beffa, in proprietà privata, mettendo a capo del governo uomini mediocri, con doti retoriche da scaricatori di porto, con la capacità di vomitare promesse e non assumersi le proprie responsabilità da membri della classe dirigente. Un solo uomo è riuscito a trasformare il Bel Paese, il grembo della cultura occidentale, in una barzelletta per i paesi esteri.
Perché lo permettiamo? Perché ogni giorno sprofondiamo nella zona grigia? Perché questo paese, le città, le strade, le piazze, le scuole, gli enti pubblici, il nostro futuro non ci appartengono più? Perché la nostra costituzione ha assunto col passare degli anni il valore della carta igienica? Perché la democrazia è diventata una brutta parola? Perché il culto del dio denaro e l’amor proprio hanno rapito il nostro buon senso? Perché abbiamo permesso che tutto ciò accadesse? E soprattutto, perché non ci riprendiamo ciò che di diritto ci appartiene?
Un buon amico, una volta mi rispose: Perché ci hanno cambiato i bisogni! Perché ci hanno manipolato per così tanti anni, che un processo di superficializzazione, senza che noi ce ne accorgessimo, ci ha mutato interiormente, un processo chiamato Berlusconismo.
Un buon amico, una volta mi rispose: Perché ci hanno cambiato i bisogni! Perché ci hanno manipolato per così tanti anni, che un processo di superficializzazione, senza che noi ce ne accorgessimo, ci ha mutato interiormente, un processo chiamato Berlusconismo.
C’è però desiderio di rivolta nell’aria, una voglia irrefrenabile di rivoluzionare il sistema vergognoso in cui viviamo. L’ Italia è indignata, ha reagito, ha reagito agli ultimi anni di buffoneria che hanno macchiato la sua immagine, che l’hanno fatta genuflettere, strisciare, che hanno infangato il suo nome, che l’hanno spinta nel baratro della crisi, un baratro che sembrava non terminare mai.
E proprio quando sembrava aver toccato il fondo, qualcosa è successo. Si è aggrappata a una sporgenza, a un ultimo brandello di speranza, una voglia di risorgere l’ha tenuta su e ora un desiderio di riscatto la pervade.
E proprio quando sembrava aver toccato il fondo, qualcosa è successo. Si è aggrappata a una sporgenza, a un ultimo brandello di speranza, una voglia di risorgere l’ha tenuta su e ora un desiderio di riscatto la pervade.
Riprendiamoci ciò che è nostro! Riprendiamoci la politica, il nostro presente, il nostro futuro, i nostri diritti, la nostra libertà, la voglia di progredire, consapevolizziamoci! Risvegliamoci da questo stato di coma! Insorgiamo, uomini liberi! Riprendiamo a volare, riprendiamo a credere, perché la fame di riscatto ci sta consumando!
La rivoluzione è la nostra unica via! E rivoluzione sia!
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