Bei einigen beteiligten SchülerInnen gingen die Wogen trotzdem hoch, insbesondere im Internet fanden lange Debatten statt. Denn am hinteren Ende des Demozuges sonderte
sich eine Gruppe SchülerInnen vom restlichen Demo-Zug ab. Unter ihnen bekannte
Gesichter des Blocco Studentesco, der Schüler- und Studierendenorganisation von CasaPound. Unter Ihnen auch der
Anführer des Blocco Studentesco Bolzano, bereits angeklagt wegen Verstoß des Scelba-Gesetzes. In einem Meer von Trikolore-Fahnen hielten sie einen Banner mit der Aufschrift "Ne rossi ne neri ma liberi i pensieri" - in ihrer schon genügend bekannten aus Frankreich übernommenen Strategie, unter dem Deckmantel der "Metapolitik" faschistisches Gedankengut zu verbreiten.
In der Diskussion wurde von etlichen angeführt, die Leute vom Blocco seien nur als normale Studierende und nicht als Organisation dabei, welche einfach nur mit allen demonstrieren wollen. Andere hingegen erklärten, dass diese sich sich trotzdem vom restlichen Demozug absonderten und, anstatt der üblichen schwarzen Blocco-Fahnen, die Tricolore schwenkten: Der Blocco verzichtete zwar auf das Emblem auf den Bannern, marschierte aber unbehelligt als Gruppe mit - das geschlossene Auftreten, Rauchbomben und die Art der "Striscioni"-Gestaltung machte sie leicht erkennbar (siehe unten).
Die OrganisatorInnen der Demonstration waren gewiss selbst von der Situation überfordert - es ist eine bekannte Taktik der NeofaschistInnen, Demos zu kapern, indem sie sich entweder an die Spitze des Zuges setzen oder mit ihrem Auftreten der Demo ihren Stempel aufdrücken.
Und trotzdem ist die breite Toleranz gegenüber neofaschistischer Organisationen unter den SchülerInnen bedenklich, keine Pfiffe und keine Buhrufe, "es sind ja schließlich auch Studenten", so die Stellungsnahme vieler. Ein merkwürder Erflog für den Blocco Studentesco, nach der Demo auf der FB-Seite von Casapound: "
In der Diskussion wurde von etlichen angeführt, die Leute vom Blocco seien nur als normale Studierende und nicht als Organisation dabei, welche einfach nur mit allen demonstrieren wollen. Andere hingegen erklärten, dass diese sich sich trotzdem vom restlichen Demozug absonderten und, anstatt der üblichen schwarzen Blocco-Fahnen, die Tricolore schwenkten: Der Blocco verzichtete zwar auf das Emblem auf den Bannern, marschierte aber unbehelligt als Gruppe mit - das geschlossene Auftreten, Rauchbomben und die Art der "Striscioni"-Gestaltung machte sie leicht erkennbar (siehe unten).
Die OrganisatorInnen der Demonstration waren gewiss selbst von der Situation überfordert - es ist eine bekannte Taktik der NeofaschistInnen, Demos zu kapern, indem sie sich entweder an die Spitze des Zuges setzen oder mit ihrem Auftreten der Demo ihren Stempel aufdrücken.
Und trotzdem ist die breite Toleranz gegenüber neofaschistischer Organisationen unter den SchülerInnen bedenklich, keine Pfiffe und keine Buhrufe, "es sind ja schließlich auch Studenten", so die Stellungsnahme vieler. Ein merkwürder Erflog für den Blocco Studentesco, nach der Demo auf der FB-Seite von Casapound: "
Die Demonstration in Bozen, obwohl ein großer Erfolg für die engagierten OrganisatorInnen, wird mit einem schalen Beigeschmack in Erinnerung bleiben. Es ist dringend notwendig, sich zusammen Gedanken zu machen, wie auf derartige Offensiven in Zukunft reagiert werden kann. Denn eines ist klar: Es ist gewiss nicht das letzte Mal gewesen.
presa di posizione di "Brennerbasisdemokratie
"In occasione della giornata internazionale per il diritto al sapere circa mille alunni si sono riuniti ieri nel capoluogo sudtirolese e hanno manifestato a favore dell’autonomia scolastica, del bi- e trilinguismo e del diritto allo studio. Nella loro giusta battaglia gli studenti non si sono però preoccupati di dissociarsi dal marciume politico del blocco studentesco, i cui membri si autodefiniscono «fascisti del terzo millennio» e il cui presidente locale è stato condannato per esibizione in pubblico del saluto romano. Il «blocco» è emanazione di Casapound, ed è probabile che i suoi membri abbiano contribuito a definire il percorso della manifestazione, il cui punto di partenza era il monumento alla vittoria.
Ma non basta: Anche l’assessore competente, Tommasini (PD), nel ricevere una delegazione degli studenti, non ha esitato a confrontarsi anche col rappresentante del «blocco», contribuendo a sdoganare l’associazione come una componente qualsiasi, e di pieno diritto, della vita studentesca sudtirolese. L’unica foto pubblicata dal Landespresseamt in relazione all’incontro è quella riproposta nel presente articolo."
presa di posizione "Bolzano critica e antifascista"
La
manifestazione degli studenti di giovedi è stata l'ennesimo teatro di
azioni fasciste. Nascosti dietro uno striscione che riportava la scritta
"nè rossi nè neri ma liberi pensieri" stavo un numero considerevole di
persone. Ovviamente lo striscione era made in blocco studentesco ed ha
funzionato benissimo: si poteva vedere una varietà di persone che
chiaramente non avevano idea di cosa stessero facendo, ad esempio
ragazzi e ragazze con la kefiaah perchè ormai va di moda, oppure un
ragazzino di terza media che conosco che non ha niente a che fare con il
fascismo. Insomma gente confusa, ma che i gerarchi di Casapound hanno
sfruttato ben volentieri per fare numero. Spiccavano infatti alcuni
personaggi sulla trentina d'anni (che oltre tutto chiaccheravano
amichevolmente con gli agenti della Digos sotto palazzo Widmann) che
erano evidentemente i capoccia dell'organizzazione neofascista. Come di
consueto infatti era tutto ben organizzato:i colori della bandiera
italiana con i fumogeni, il percorso tappezzato dei loro manifesti,la
furbata di accerchiare i ragazzi che al punto d'arrivo si sono seduti
per acquistare visibilità.Intano loro continuano a ripetere come dischi
rotti che la manifestazione è politicizzata e che c'è lo zampino dei
partiti (come se a loro fossero estranee queste cose!) e continuano a
ripetere che non sono ne rossi ne neri. Molti di loro sfoggiano felpe
firmate Casapound o Blocco Studentesco, e mi sorprende vista la loro
avversione al capitalismo! Un marchio, caricato di contenuti fascisti,
che da loro il senso del gruppo..Un marchio che cerca di raccogliere
tutto il possibile sotto l'illusorio sentimento borghese nazionalista
parlando anche di socialismo, come se le due cose fossero compatibili. A
questo proposito, sostiene Erich Fromm, è tipico sentimento borghese il
voler annullare il proprio io in qualcosa che viene ritenuto superiore
all'individuo, ad un'autorità che può essere Di, il denaro,la propria
nazione,la propria bandiera, ed è per questo che il fascismo è figlio
dell'ideologia borghese. La reazione della maggioranza dei
manifestanti in ogni caso è stata chiara:dopo la canzone I cento passi
dei Modena City Ramblers, dal corte si è levato il grido forte e
chiaro: SIAMO TUTTI ANTIFASCISTI!"
Voglio copiare qui il mio pensiero su come si è svolta la manifestazione, già in precedenza pubblicato su facebook, per far sentire la voce di una studentessa che era andata alla manifestazione senza sapere che avrebbe dovuto condividere la piazza con i fascisti, cosa dalla quale è rimasta delusa e schifata. (C'è scritto oggi perchè il post è vecchio e risale al giorno della manifestazione).
RispondiEliminaOggi, a Bolzano, la manifestazione studentesca si è svolta INSIEME ai fascisti di Blocco Studentesco e Casa Pound, senza che ci fosse nemmeno un avvertimento da parte degli organizzatori, gli Studenti Consapevoli, di questo...
Sono veramente schifata da quanto accaduto, dato che io non ci sto a dividere la piazza coi fascisti! Sono antifascista e non scendo a patti!
Sinceramente mi ha rotto le scatole questa storia di togliere la politica persino dalla politica, mi ha rotto lo slogan su cui il governo marcia: "Nè rossi, nè neri ma liberi pensieri!", e non sono disposta a manifestare coi fasci. Se queste sono le manifestazioni al giorno d'oggi, non ci partecipo più.
Provo schifo e vergogna per quanto successo oggi a Bolzano.
L.M.
In Bozen ist der Faschismus hoffähig, er wird von den Italienern, ja sogar von den Linken als normaler Teil des politischen Spektrums gesehen.
RispondiEliminaSeht es ein, die Demokratie hat verloren, die Faschisten sind auf dem Weg zurück auf die Straße, in die Köpfe und in die Parlamente.
Die resistenza hat es nie gegeben, sie war ein Mythos um sich als "Siegernation" zu verstehen. Italien ist seit 1922 zutiefst faschistisch. Das hat sich nie geändert.
2 anni fa a roma:
RispondiEliminaE si dicono tutti d'accordo: "E' una manifestazione apartitica e apolitica - dicono - senza firme né bandiere. Siamo uniti contro la riforma Gelmini".
Eppure qualche firma c'è. I ragazzi di destra indossano felpe nere con la scritta: "Blocco Studentesco". Sulle magliette di qualcun altro si leggono slogan in difesa dei centri sociali di destra, come "Casapound non si tocca". Tanto che a piazza Venezia una parte del corteo, formata da ragazzi in prevalenza di sinistra, vicina all'Unione degli Studenti, decide di staccarsi e di non proseguire "per prendere le distanze da eventuali strumentalizzazioni".
da http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-3/corteo-bipartisan/corteo-bipartisan.html?ref=search
Bella, tanto da far venire i brividi, la testimonianza della studentessa del primo commento.
RispondiEliminaoh ma la smettete di piangere?
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