martedì 19 maggio 2015

I fascisti nel consiglio comunale di Bolzano | commento

(pdf) Le elezioni comunali di Bolzano confermano la direzione in cui soffiava il vento negli ultimi tempi. La campagna a base di paranoia e sensazionalismo preparata dall'Alto Adige e da altri pseudo-giornalisti che da mesi dipingono Bolzano come un sobborgo di Città del Messico ha sortito qualche effetto.
La Lega Nord ha fatto un risultato per Bolzano senza precedenti: 5 consiglieri eletti. Raccolgono i risultati di una campagna trainata dall'arrivo di Salvini in piazza Matteotti, dove abbiamo potuto vedere come l'alleanza nazionale fra fascisti di CasaPound e leghisti sia un dato politico confermato anche a Bolzano.
Il dandy- nerd leghista Carlo Vettori, sconosciuto alla politica ed in città fino all'altro ieri ha incassato l'11% dei voti. La paura è un ottimo modo per un guadagno politico in termini elettorali, e i leghisti sono stati i più abili a specularci sopra.
Un altro movimento politico che ha costruito la sua campagna elettorale interamente sulla paura è quello dei fascisti di CasaPound. Come detto prima, la realtà si può inventare, e non c'è nulla di più semplice che spaventare le persone. Poche cose come la paura sono un capitale politico per fruttare guadagno e voti. In questo modo a Bolzano hanno preso il 2,4% riuscendo ad eleggere un consigliere comunale.

Cadiamo dalle nuvole? No.

Nel corso degli ultimi anni i fascisti a Bolzano si sono organizzati e strutturati in modo progressivo.
Qualche anno fa, fino al novembre 2010 il bar8 di via Dalmazia fu il primo luogo di aggregazione della scena neonazista locale, dove nel corso degli anni furono organizzati concerti con molti gruppi Oi/Rac (Rock against Communism) italiani. Oltre ai concerti, il bar si prestava come il luogo ideale per fare proseliti fra ragazzini e ragazzine, fra birrette offerte e saluti romani.
A novembre 2009 in locali di proprietà dell'Ipes in via Bari (incrocio via Parma) viene inaugurata la libreria CasaItalia, dove viene venduto materiale di propaganda fascista. Libreria che esiste tuttora.
Dopo la chiusura del bar8 viene aperta la sede di CasaPound in via Visitazione, dove rimangono fino al 18 aprile 2015 quando viene spostata in via Cesare Battisti.
Per un breve periodo nel 2012 CasaPound prese in affitto uno stabile a San Giacomo dove avrebbero voluto aprire un altro spazio1. Dopo pochi mesi il posto fu lasciato, probabilmente viste le spese difficilmente sostenibili o perchè la sede di Roma non lasciava abbastanza soldi.
Nel corso degli anni diverse sono state le loro iniziative all'interno delle loro sedi ma anche all'esterno. Fra le iniziative esterne spicca il corteo nazionale (slogan principale: Bolzano è Italia) organizzato il 5 marzo 2011 che vide la partecipazione di neofascisti provenienti da diverse parti d'Italia.
Per il resto, oltre alle iniziative di aggregazione tutta l'attività di CasaPound si può riassumere in una lotta contro immigrazione, zingari, un generico “degrado” e qualche iniziativa per i Marò.

Nella foto: un presidio di Cpi contro i campi Rom tenutosi in piazza Municipio il 22 febbraio 2015 a Bolzano

Nel corso degli anni hanno organizzato iniziative in aiuto dei terremotati in Emilia, non mancando mai di rivendicare la loro azione in termini politici, mettendo il loro simbolo su ogni scatolone di aiuti. Sciacalli politici senza vergogna.
Con diverse sottogruppi cercano di coinvolgere i giovani in varie attività: dalle raccolte di scatole di cibo per gatti, spacciando ciò per iniziative animaliste oppure vanno a farsi le foto vicino alla discarica di Castel Firmiano con delle scope in mano per denunciare il degrado ed avere così un articolo sul giornale.
Le loro azioni sono pensate quasi sempre esclusivamente per avere una visibilità mediatica: striscioni in diverse città, manichini appesi a simboleggiare gli italiani strozzati dai debiti, azioni contro i parcheggi blu a pagamento, etc.
In una realtà povera di spazi di aggregazione extra-istituzionali come Bolzano la loro presenza ha di fatto riempito un vuoto per molti ragazzi e ragazze che vogliono occuparsi di politica. L'ambiguità dei fascisti a Bolzano è nota e nel corso del tempo sono stati in grado di costruire una rete di contatti con soggetti politici, con le istituzioni e con varie associazioni presenti sul territorio comunale.
La loro ambiguità la si può desumere dal loro “doppio gioco”: da una parte “contestatori” e pseudo rivoluzionari, dall'altra parte fanno alleanza con la Lega Nord (partito con vari casi di corruzione ed evidenti casi di nepotismo), si candidano alle elezioni in liste civiche, partiti affini, nel Pdl oppure si candidano direttamente con il simbolo di CasaPound. Ma siamo sicuri che il loro opportunismo politico non gli impedirà di stringere alleanze con cani e porci (soprattutto questi ultimi) pur di ottenere maggiore legittimazione e consenso.

Il SOTTILE CONFINE FRA IGNORANZA E MALAFEDE

La politica e i politici locali sanno poco o nulla della storia politica di CasaPound, quali siano i suoi esponenti e in quale Humus non-culturale essi hanno prosperato.
Da una parte una città che ha da sempre tendenze nazionaliste per via della particolare situazione storico-politica. Un nazionalismo che si è sviluppato soprattutto dopo l'approvazione del secondo pacchetto di autonomia nel 1972 e che ha trionfato alle elezioni comunali del 1985, quando il Msi (Movimento Sociale Italiano) prese il 22,7% passando da 3 a 11 consiglieri comunali2. Di colpo il Msi diventò il primo partito cittadino, la notizia fu di rilevanza nazionale.
Eppure la presenza dei nostalgici del Duce in città e la loro azione è sfuggita in toto a quasi tutti gli esponenti politici ufficiali locali. Anche i giornalisti svolgono un ruolo di primo piano nel deformare e nel raccontare soltanto il lato superficiale della realtà, quindi quello più rispettabile.
Due giorni dopo sull'Alto Adige è apparso questo articolo, dove non viene fatto un minimo sforzo per cercare di evidenziare almeno il carattere squadrista e fascista dell'organizzazione. Teniamo sempre in considerazione che purtroppo la stragrande maggioranza delle persone si informa attraverso questi canali informativi. http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2015/05/14/news/viaggio-nel-cuore-nero-di-casapound-1.11417760
Un articolo naiv che non pone interrogativi ma che di fatto fa una buona pubblicità dei neofascisti.
Sempre a Bolzano non possiamo dimenticare l'appoggio che il locale movimento 5 stelle a CasaPound. Il 31 marzo 2011 due consiglieri grillini insieme all'opposizione di destra uscirono dall'aula del consiglio comunale in segno di protesta di fronte al rifiuto della maggioranza del consiglio di iscrivere all'albo delle associazioni CasaItalia, un'emanazione di CasaPound.
Il grillino Claudio Vedovelli si difese scrivendo sul suo blog:

Escludere un gruppo di ragazzi (sic!) che non solo hanno le carte in regola (regole che si è dato il Comune!) ma anche , fino ad ora, organizzato serate su temi diversi e interessanti, senza segni di apologia, solo perché si ritiene siano in contatto con gruppi neo o nuovi fascisti, ci pare sbagliato oltrechè rischioso
meglio sarebbe stato dare la possibilità a questo gruppo di avere un riconoscimento istituzionale e seguire con attenzione la loro attività, cercando di comprendere se ci possano essere segni di apologia di fascismo .

Ecco cosa intendiamo quando diciamo che a Bolzano manca una generale consapevolezza e informazione riguardo alla presenza dei fascisti. Una mancanza di informazione e conoscenza che inizia proprio nelle aule istituzionali ma che continua in vari ambiti cittadini.

DEMOCRAZIA, FASCISTI ED ELEZIONI

Qualcuno dice che i fascisti sono incompatibili con la democrazia. Certo la Costituzione vieta la ricostituzione del partito fascista, come la legge Scelba vieta l'apologia del fascismo. Ma in tutta la storia repubblicana del secondo dopoguerra abbiamo potuto vedere come i fascisti non siano mai scomparsi dalla scena politica italiana. Il Movimento Sociale Italiano ha riciclato in massa ex repubblichini e diversi criminali di guerra come Rodolfo Graziani. Ex repubblichini collaboratori dei nazisti entrarono in massa nelle aule istituzionali dello Stato italiano: dal parlamento fino ai consigli comunali. Oltre alle “battaglie elettorali” non possiamo dimenticare il ruolo svolto dai neofascisti nella repressione del movimento operaio dopo l'autunno caldo del 1969. Le bombe nelle piazze e le bombe nelle stazioni furono azioni portate avanti dalla manovalanza neofascista su ordine di apparati statali e parastatali.
Per cui non cadiamo dalle nuvole se ci ritroviamo i nostalgici del Duce anche fra gli scranni delle istituzioni “democratiche”.

TRENTINO ALTO-ADIGE, qualche pillola di memoria

Torniamo a livello locale, non possiamo quindi del tutto stupirci che dei fascisti siano entrati nel consiglio comunale di Bolzano.
Come dimenticare l'ex senatore trentino Cristiano de Eccher? Nella gioventù picchiatore neonazista di Avanguardia Nazionale, fece poi tutta la trafila nel Msi, An, Pdl, per finire ora in Fratelli d'Italia. Al riguardo di questo personaggio, coinvolto nelle indagini per la bomba di piazza Fontana a Milano, rimandiamo a questo interessante articolo apparso sulla rivista QuestoTrentino.
La democrazia è compatibile con i fascisti, i nazisti e gli stragisti? A quanto pare sì.
A Bolzano ricordiamo poi che fra i fondatori del Msi locale ci fu Andrea Mitolo, repubblichino. Personaggio che ritorna in mente soprattutto per la gogna a Trento cui nel 1970 fu sottoposto insieme al sindacalista fascista del Piccolo, dopo l'accoltellamento di due operai della Ignis ad opera di manovalanza neofascista locale. 3
Il Msi altoatesino nel corso degli anni fu al centro di intrecci politici con organizzazioni come Gladio. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/07/07/bolzano-un-patriota-tra-neofascisti.html
Negli anni compresi fra il 1961 e il 1988 l'Alto Adige fu un laboratorio politico importante per lo Stato Italiano. La lotta contro l'irredentismo sudtirolese fu un terreno ideale in cui sperimentare nuove tecniche di provocazione ed infiltrazione per i servizi segreti.

Alto Adige come Laboratorio

La “guerra dei tralicci” in Alto Adige può a ragione essere vista come un laboratorio per lo sviluppo di tattiche che sarebbero poi tornate utili per quella strategia della tensione che avrebbe poi attaccato il movimento operaio e le conquiste dei lavoratori in Italia, a partire dalla strage di piazza Fontana, il 12 dicembre 1969.
Dal 1960 il governo italiano ha impiegato nella “lotta al terrorismo” sudtirolese la sezione controspionaggio del SIFAR (Servizio Informazioni Forze Armate), un servizio segreto al centro di numerose trame oscure fra cui il tentato golpe del generale de Lorenzo nel 1964.
Alla guerriglia sudtirolese, che operava con sistemi non convenzionali anche fuori provincia (Milano, Como, Domodossola, Roma) lo Stato rispose con sistemi altrettanto non convenzionali: a Bolzano fu istituito un centro controspionaggio guidato dal maggiore Pignatelli, dipendente dal colonnello Monico responsabile per tutto l'Alto Adige.
In quegli anni in Alto Adige fu attivo anche Amos Spiazzi, ex ufficiale di carriera dell'esercito italiano accusato e poi prosciolto per il “golpe Borghese”nel 1970. L'organizzazione golpista “Rosa dei venti” sarebbe nata in seguito all'aborto del Piano Solo nel 1964 ed avrebbe avuto una sorta di battesimo del fuoco in Alto Adige. Sarebbero stati attivi in Alto Adige anche altri funzionari dei servizi segreti come Carlo Ciglieri, Giulio Grassini, Federico Marzollo e il già menzionato Pignatelli.
In una dichiarazione resa alla magistratura nell'ambito di un indagine riguardo ad un campo di addestramento dell'Msi tenutosi nel 1971 l'allora capitano Spiazzi dichiarò di aver fermato il 20 agosto 1961, due attentatori che si qualificarono come componenti dei “servizi speciali”(i due soggetti gli erano stati poi sottratti dalla polizia). La vicenda è stata confermata dalla commissione parlamentare sulla p2 e durante la trasmissione Tv “la notte della repubblica”. In quella sede l'ufficiale, poi coinvolto nella vicenda della “Rosa dei venti” disse tra l'altro:
Sono fermamente convinto che, così come tanti altri fatti gravi nel nostro paese, anche in Alto Adige si voleva, creare un determinato clima di tensione i cui frutti si vedono purtroppo tristemente oggi.4

Fascisti al servizio dello Stato

In provincia gravitavano inoltre neofascisti come Franco Freda, Carlo Fumagalli e l'ordinovista Elio Massagrande, Sandro Rampazzo.
Non è chiaro se l'attività in questione si limitasse alla strumentalizzazione degli atti eversivi commessi dagli irredentisti altoatesini, o se arrivasse a perpetrare direttamente gli attentati stessi. Rimane il fatto che sorprendentemente Elio Massagrande - che deteneva un rilevante numero di armi, a detta di Spiazzi, procurate dai carabinieri - fu assolto dal Tribunale di Verona, che accettò di considerarlo un innocuo collezionista di cimeli. Un'inchiesta giudiziaria, sempre scaligera, riguardante l'operato altoatesino di Carlo Fumagalli, era stata immediatamente accantonata, mentre l'informatore che l'aveva suscitata, Marcello Soffiati, subì a stretto giro una perquisizione domiciliare, un processo per direttissima e la condanna a cinque anni per possesso illecito di armi. Ancora i giudici veronesi ravvisarono soltanto l' omicidio colposo nelle sanguinose sortite in territorio austriaco portate a segno da ragazzi di ultradestra, che non trascorsero in prigione neppure un giorno per effetto delle blande sentenze emesse.5

Un nazi in consiglio comunale

A Bolzano nei prossimi 5 anni in consiglio comunale ci sarà un esponente fascista di CasaPound. Non stiamo parlando di un semplice nostalgico, di quelli che vanno a Predappio e rimpiangono i tempi in cui i treni arrivavano puntuali. Stiamo parlando di un personaggio che si rivendica politicamente un'intera storia fatta di persecuzioni, oppressione e guerra. Stiamo parlando di un personaggio che non fa solo saluti romani6 ma che all'occorrenza sa rispolverare metodi squadristi basati fondamentalmente su minacce, botte e intimidazioni di vario genere. Nel fare questo non è solo naturalmente. Esiste una certa sfera di militanti che se sguinzagliati possono attaccare il nemico politico di turno. Lo scorso marzo a Bolzano un gruppo di fascisti di CasaPound aveva aggredito fisicamente 3 ragazzi identificati come antifascisti.
Un azione che Andrea Bonazza, il neoconsigliere di CasaPound non esitò di fatto a difendere.

Agli smemorati ricordiamo inoltre che l'attuale consigliere di CasaPound è fra gli autori (insieme ad altri casapoundini locali) di una grave aggressione compiuta a Verona nei confronti dei frequentanti di alcuni bar della “sinistra cittadina”. Ecco qui un articolo dell'Arena che lo ricorda.

Se vogliamo scavare nel passato ancora di più non possiamo dimenticare che lo stesso consigliere nazifascista bolzanino fu coinvolto nell'indagine riguardo all'omicidio di Fabio Tomaselli, un ragazzo di Pergine morto in seguito al pestaggio subito da parte di alcuni nazisti amici di Bonazza. Egli fu in ultimo assolto perchè scagionato dal coimputato. Non ci stupiremmo che abbia partecipato a un tale pestaggio (d'altronde se ti tatui un tirapugni sul collo un certo gusto per l' ultraviolenza devi averlo) visto anche che in quel periodo non pensava ancora alla carriera elettorale

Istituzioni democratiche, Nazi e Lega Nord a Verona

La presenza di Naziskin nelle aule istituzionali non è una novità, basta ricordare Andrea Miglioranzi, ex membro del gruppo musicale Oi/Rac Gesta Bellica, che fu eletto a Verona in una lista che appoggiava il leghista Flavio Tosi.
Riguardo all'alleanza fra Lega Nord, Tosi e fascisti a Verona rimandiamo a questo interessante dossier a cura del collettivo autonomo antifascista veronese.


Benussi, un utile idiota

Giovanni Benussi, figlio di Ruggero, vecchio militante missino bolzanino, dopo essere stato eletto sindaco di Bolzano per soli 7 voti nel maggio 2005 (e non essere riuscito poi a formare una giunta comunale non avendo la maggioranza dei seggi), ha provato a riciclarsi in vari modi nella politica, trovando in queste ultime elezioni un fondamentale appoggio da parte di Cpi.
Dopo l'aggressione di marzo contro i 3 ragazzi in corso libertà il Benussi si trovò in imbarazzo e decise di respingere l'offerta di appoggio di CasaPound7, lasciando però aperta la candidatura di individualità del movimento neofascista. Passato qualche giorno, calmata la bufera Benussi è tornato ad incassare l'appoggio dei neofascisti8, dopo aver valutato probabilmente che senza di loro difficilmente sarebbe stato in grado di allestire una campagna elettorale con tanto di comizio finale alla presenza del vicepresidente nazionale di Cpi Simone di Stefano.
Giovanni Ivan Benussi, esule istriano, sempre presente quando ci sono da ricordare le “violenze” dei partigiani titini in Jugoslavia risulta essere un po' più smemorato quando ci sono da ricordare le infamie del nazifascismo, tanto da arrivare a dire che il fascismo «ha introdotto l'industrializzazione in Alto Adige, portando benessere. I sudtirolesi invece di spostarla, dovrebbero portare i fiori alla statua di Mussolini» 9. Insomma siamo di fronte a un mascalzone che riduce la storia ad una questione di soldi, marciapiedi ben costruiti e treni che arrivano in orario.
Nonostante ciò, grazie anche alla mancanza di critica dei giornali locali, costui riesce a vendersi politicamente come un moderato, un bravo cattolico (su questo non abbiamo dubbi), un volontario della San Vincenzo. Si pone come uomo fuori dai partiti, ma non disdegna la partecipazione attiva
ad iniziative organizzate dal gruppo neofascista in questione. Insomma l'ennesimo opportunista della politica. Avanti un altro!
Ricordiamo come il rapporto fra Benussi e l'estrema destra locale non sia un fatto nuovo. Nel 2005, in occasione delle elezioni comunali vinte con uno scarto di 7 voti, fra i candidati della lista di Unitalia ritroviamo uno degli arrestati a Verona in occasione di un grave accoltellamento ai danni di due compagni.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Ecco qui il link a un articolo inerente il fatto.



Benussi ha rivestito il ruolo del cavallo di Troia per il movimento fascista di Cpi. Che grazie a lui sono riusciti per la prima volta in Italia ad essere eletti in un aula istituzionale attraverso una lista esplicitamente denominata Cpi.

Alleanze, melma di appoggio

Cosa farà ora CasaPound a Bolzano? L'entrata del loro coordinatore regionale in un aula istituzionale li metterà in una condizione sicuramente diversa. La favola del movimento rivoluzionario (ma se le parole hanno ancora un senso dovremmo dire reazionario) se già prima non era credibile, ora non regge proprio più. Il consiglio comunale che si prospetta si presenta piuttosto forte all'estrema destra con l'elezione di 5 leghisti, 1 esponente di Unitalia e 2 eletti con la lista Benussi. Useranno le interrogazioni fatte in consiglio come cassa di risonanza per la loro attività esterna e cercheranno di porsi sempre più come un movimento che garantisce “ordine e disciplina”. Staremo a vedere se anche le attività squadriste continueranno nello stesso modo.
L'alleanza nazionale con i razzisti della Lega Nord e la loro comune ostilità nei confronti di stranieri ed immigrati li porterà a condividere proposte contro i centri di accoglienza ai profughi o le case popolari ai non-italiani. La crisi strutturale del capitalismo, la sua ristrutturazione in senso reazionario e il conseguente aumento della disoccupazione anche nel “paradiso altoatesino” creano un terreno fertile alla propaganda politica che semina paura e paranoia nei confronti del diverso. La loro possibilità di incidere dipenderà molto anche dalla capacità di organizzarsi dei movimenti di carattere antifascista e anticapitalista. Scriviamo anticapitalista perchè la lotta contro il razzismo e il fascismo non può essere slegata da una generale critica ad un sistema economico che mette in competizione fra di loro gli sfruttati e che indirizza la rabbia popolare verso i sottoproletari, verso chi non ha capacità e possibilità di difendere i propri interessi.
Le condizioni lavorative sempre peggiori sono il risultato di decenni di politiche anti-operaie, politiche che sono state portate avanti da governi di destra come da quelli di sinistra. Governi che hanno speso miliardi per inutili “grandi opere” e per sanguinose guerre (Iraq, Afghanistan, Libia) ma che hanno poi fatto vergognose leggi dure solo con i lavoratori dipendenti, contro i proletari che lavorano da una vita, come la legge Fornero.

A livello locale, fra la “melma di appoggio” segnaliamo ancora una volta la testata online Il Giorno dell'Alto Adige, come uno dei principali diffusori delle posizioni di CasaPound. A testimonianza di ciò consigliamo la lettura di questo vergognoso articolo apparso sul loro sito, ad opera dei camerati giornalisti (evidenti amici di Cpi) che vi scrivono sopra.
Il giornalista d'assalto autore dell'articolo non si preoccupa nemmeno di fare finta di essere imparziale.

PER FINIRE

L'opposizione ad una potenziale deriva fascio-leghista si costruisce attraverso l'informazione, innanzitutto facendo sapere quali sono le biografie e le posizioni politiche di chi viene eletto. In particolare a Bolzano occorre iniziare a costruire consapevolezza attorno a questo problema. In ogni situazione, sul posto di lavoro, nelle scuole.
Essere presenti, costruire momenti di aggregazione ben caratterizzati, senza ambiguità e senza nessuna possibilità di spazio per la monnezza razzista.
Essere consapevoli che un opposizione chiara in questo senso non lascia indifferenti i nostalgici del Duce. Ed essere pronti a difendere i propri spazi di agibilità.
Dobbiamo essere consapevoli che non sarà la legge Scelba o la legge Mancino a liberarci dalla presenza del pattume reazionario di cui stiamo parlando, a Bolzano come nel resto d'Italia. Bisogna togliere loro il terreno da sotto i piedi, ognuno a suo modo, secondo le proprie sensibilità e capacità. Ma soprattutto in una realtà come Bolzano sarà fondamentale cercare di costruire solidarietà e complicità fra chi si oppone allo status quo.
Il primo consigliere di Cpi a livello nazionale è stato eletto a Bolzano, un poco invidiabile primato. Ma solo chi è vissuto su un altro pianeta negli ultimi 15 anni (in molti, troppi in città) può meravigliarsi di questo. Non è un fulmine a ciel sereno, e forse questa è l'occasione che permetterà a molti di svegliarsi. La democrazia è compatibile con un sacco di cose che proprio democratiche non sono: guerre, bombardamenti, lager per immigrati, torture e sevizie ai detenuti, torture ai manifestanti al G8, monumenti a Rodolfo Graziani ad Affile, revisionismo e falsificazione storica, etc. Come scritto prima, è compatibile anche con la presenza di fascisti, nulla di nuovo sotto il sole.
La differenza dobbiamo farla noi, se le elezioni in parte sono una piccola cartina tornasole di un determinato momento storico, ciò che cambia una società è la quotidianità e le lotte che trasformano la vita delle persone. Solo le lotte reali, le lotte dal basso cambiano le cose.
Non ne possiamo più di finti festival della resistenza che parlano di tutto tranne che dell'antifascismo storico e attuale. Non possiamo più accettare le operazioni di recupero che depotenziano la resistenza e il pensiero antifascista e lo riducono ad una mera ricorrenza.
Trasformiamo le feste e gli anniversari in momenti di lotta, tornando a parlare di politica.
I valori dell'antifascismo sono oggi più che mai attuali, soprattutto in tempi in cui politici di livello nazionale fanno leva sui sentimenti più beceri delle persone per tirare su qualche voto. Ma in particolare a Bolzano, per capire come sia stato possibile che un fascista di Cpi sia entrato a suon di voti in consiglio comunale bisogna analizzare la situazione ed evitare di dire banalità. Un nazi-fascista dichiarato è entrato in consiglio perchè sono presenti in città da anni, e in questo tempo sono riusciti a radicarsi in città e ad essere presenti in varie situazioni, spesso mascherando la propria reale natura di movimento politico attraverso il corollario di associazioni che derivano da Cpi. Se non capiamo questo, non riusciamo a darci le giuste risposte. La mancanza, in ambito antagonista, di spazi dove far circolare pensiero e aggregazione è un altro motivo per cui in questa città non si è riuscita mai ad organizzare con costanza una certa opposizione. Opposizione lasciata spesso al caso o all'iniziativa di poche persone, organizzatesi in modo estemporaneo.
Gli argomenti non ci mancano e l'intelligenza per portarli avanti nemmeno, come abbiamo visto se necessario dovremo sapere anche usare le mani per difenderci. Ma dobbiamo iniziare ad essere presenti in modo costante nei luoghi caldi” della città; dobbiamo contrapporre la solidarietà alla solitudine e all'egoismo, il coraggio alla paura.
Con il terrore e la paranoia propagandati a politica e giornali vogliono toglierci anche la possibilità di immaginare una vita diversa, un modo di vivere diverso dalla costante lotta fra poveri cui ci vogliono costringere. Non ci faremo fregare col razzismo o con qualsiasi altra paura.
Siamo ben consapevoli che i nostri nemici non sono i profughi o gli ultimi della società, i nostri nemici spesso sono vestiti in giacca e cravatta, parlano di sicurezza, costruiscono sempre più prigioni, tolgono spazi di libertà e difendono i torturatori della Diaz. I nostri nemici sono gli speculatori e chi fa profitto (politico ed economico) sulla paura e sull'insicurezza delle persone. Abbiamo occhi svegli e una mente lucida e sapremo indirizzare bene la nostra rabbia, sempre verso l'alto.


Alcune fonti utili di informazione:
Un articolo riguardo le connessioni fra fascisti e mafia. Da Roma al Trentino

Sui fatti di piazza Matteotti e l'aggressione dei fascisti di CasaPound durante il comizio di Salvini:

Un articolo scritto dopo l'aggressione a 3 ragazzi antifascisti il 18 marzo a Bolzano:

Il Dossier su CasaPound a Trento, a cura dell'Osservatorio contro i fascismi:

Un articolo del fatto quotidiano sui rapporti fra l'assassino Ceniti e il Trentino:

Un articolo di QuestoTrentino su CasaPound a Trento:



1http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2012/02/24/news/all-ex-galassi-un-nuovo-spazio-sociale-1.4351585
2http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_amministrative_italiane_del_1985
3http://www.infoaut.org/index.php/blog/storia-di-classe/item/2210-30-luglio-1970-scontri-con-i-fascisti-alla-ignis-di-trento
4http://www.misteriditalia.it/altoadige/guerra%20non%20ortodossa/AltoAdige(iservizisegretiGladioeineofascisti).pdf
5http://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_dei_venti_(storia)
6http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2014/09/13/news/saluto-romano-condannati-due-bolzanini-1.9926457
7http://www.salto.bz/it/article/20032015/benussi-non-voglio-piu-lappoggio-di-casapound
8http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2015/04/10/news/torna-il-sindaco-di-maggio-benussi-riparte-da-casapound-1.11208340
9http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2011/02/02/news/benussi-i-sudtirolesi-ringrazino-mussolini-1.4198465

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