lunedì 24 agosto 2015

Commento - Salvini a Bolzano: denunce

Il 5 maggio scorso in piazza Matteotti, durante un comizio razzista del leader della Lega Nord Matteo Salvini, un gruppo di persone si è radunato spontaneamente e in modo autonomo per contestare e non lasciare passare in silenzio le menzogne e le falsità che tale personaggio asserisce. Si è trattato di una contestazione tranquilla: slogan ironici cartelli e battute. 

È ormai tristemente noto ai più quanto il razzismo di Salvini raggiunga la popolazione, grazie anche alla visibilità datagli dai media. Meno in evidenza viene messo il comportamento delle questure in merito a tale fenomeno: Bolzano ne è un caso esemplare. Il 5 agosto la questura di Bolzano notifica a 18 tra i constestatori l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, in cui viene addotta l'accusa di violazione dell'articolo 18 del r.d. 1931, ovvero “manifestazione non autorizzata”. In piazza, quel 5 maggio, la tensione è iniziata quando un gruppo di fascisti, alleati politicamente con la Lega Nord attraverso il movimento ”Sovranità”, ha tentato di aggredire gli antirazzisti. 

Come documentato nei numerosi video della giornata, si può individuare tra gli aggressori il consigliere Andrea Bonazza ed altri eletti nei consigli di quartiere. Oltre a loro erano presenti anche alcuni militanti di Casapound, coinvolti nel pestaggio avvenuto poche settimane prima ai danni di un giovane attivista, conclusosi con un risarcimento di mille euro. Anche questa volta , per assurdo, è sempre il giovane a finire con foto, nome e cognome sui giornali. Nemmeno le iniziali per gli squadristi identificati dalla questura come responsabili dell'agguato. Rileggendo i fatti accaduti in piazza Matteotti, non si può fare a meno di notare come questi provvedimenti giudiziari siano un mero e vano tentativo di intimidire e reprimere oggi e in futuro ogni dissenso. Questo è il messaggio che la Procura e la questura ci trasmettono. Contestare Salvini e i suoi servi squadristi riamane il minimo che si possa fare per evitare di sprofondare nella rassegnazione e per tentare di costruire una società in cui la solidarietà e la condivisione spazzino via solitudine e isolamento.
 

IN DETERMINATI MOMENTI STORICI NON C'È SPAZIO PER L'AMBIGUITÀ, BISOGNA FARE UNA SCELTA DI CAMPO E DECIDERE DA QUALE PARTE STARE, NOI ABBIAMO FATTO LA NOSTRA SCELTA E LA SAPREMO DIFENDERE.
PIENA SOLIDARIETÀ AI DENUNCIATI
ASSEMBLEA ANTIFASCISTA BOLZANO.

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