Gast: Andrea Bonazza |
Die Entscheidung, einen Vertreter der faschistischen Bewegung einzuladen, war unter dem CineForum-Kollektiv nicht unumstritten. Durchgesetzt hat sich aber der Präsident Andreas Perugini und Co.: Dem Faschist Bonazza wurde eine Bühne geboten, auf der er seine Ideen verbreiten konnte. Perugini war schon öfters durch seine Nähe und Offenheit nach rechts aufgefallen; Perugini ist Mitglied der Bürgerliste "Cinque Stelle" Bozen. Diese verließ aus Protest den Sitzungssaal, nachdem CasaItalia der Status als Kulturverein aberkannt wurde. Begründung: Es gelte die Meinungsfreiheit.
Faschismus als Meinung? Drohen italienische Verhältnisse, wo Faschisten in Talkshows auftreten und rechte Literatur bei renommierten Verlagen erscheint? Es sind Leute wie Perugini, die solchen Tendenzen Vorschub leisten und dem Faschismus aus dem Sumpf helfen.
Im Folgenden ein Bericht von Sputnik Bozen
Sotto il Fulmine Cerchiato ho capito il loro Gioco
C’è chi dalle fogne è uscito, e chi non ha mai voluto saperne di entrarci. Le fogne sono l’ombra del dimenticatoio umano; un effimero pensatoio politico a cui sono destinati i reietti, gli sconfitti. Bolzano, Venerdì 17 febbraio 2012. Un piccolo cineforum in via Roen ospita una proiezione già vista: “Fuori dalle fogne”, documentario commissionato dal quotidiano La Repubblica nel 2008 al fine di esplorare il, finora confuso, fenomeno del neoFascismo italiano. Cosa c’è di strano? Ospite speciale della serata: Casapound Bolzano.
Casapound si definisce come un movimento politico che opera per un’altra politica. Una politica diversa, di branco. Ogni sezione territoriale pone al suo capo un leader, o meglio, un duce. Forte frammentazione interna. La molteplicità di interessi porta alla creazione di compagini monotematiche, sempre fedeli in ogni aspetto alla Madre Patria. Il documentario mostra in maniera tendenzialmente completa il complesso universo neoFascista Romano. Pecca sicuramente di buonismo. Domande fin troppo comode, incoerenze e contrasti ideologici mal sviluppati non portano ad una corretta forma di sintesi. Se dovessimo trovare un forte cardine ideologico sotto il quale riunire tutti i differenti soggetti intervistati, sicuramente esso sarebbe la difesa dell’Italianità del Suol Patrio. Nobile obiettivo? Opinabile. Risultati? Ridicoli. Rivendicando la mancata Unità d’Italia scordano, tra il resto, la funzione della lingua e le sue costruzioni ipotattiche (se non spesso, la stessa sintassi). L’italianità, come tutti gli altri concetti, viene trasmessa da linguaggi non verbali, di tipo fisico e acustico. La dialettica è ridotta al minimo, un’ ottusa paratassi da bar regna sovrana. Posti innanzi all’incoerenza di determinate posizioni politiche sfoderano con forza nuove interpretazioni rivoluzionarie della storia mondiale. Argomento preferito? Sicuramente il ventennio, del quale confondono le date dei Manifesti e non solo. La propaganda Fascista viene riletta come una voce Politica sostenuta a gran voce dal popolo, che ne invoca le modalità e ne trasmette volontariamente il messaggio. Una curiosa parentesi interessa la posizione rispetto al concetto di autodeterminazione dei popoli. Tale diritto consentirebbe, ad un popolo sottoposto a dominazione straniera di scegliere autonomamente il proprio regime politico. La nota di umorismo? L’applicazione pare essere dipendente dalla propensione dei camerati, in quanto leggono tale diritto come inaccettabile in territorio Sudtirolese, pardon, AltoAtesino. Le politiche di convivenza di Casapound sono sempre state oscure ai loro stessi iscritti. Ricordiamo lo striscione in occasione della marcia su Bolzano del 5 marzo 2011:”Gegen eure Arroganz, für das Zusammenleben”. Ma che tipo di convivenza può essere proposta da un gruppo nazionalista in un territorio post Austroungarico nell’ambito di una manifestazione dichiaratamente fascista? Come viene in seguito chiarito, il Zusammenleben sognato prevede la serena convivenza tra soggetti che decidono di accettare la Patria e la cultura italiana, senza osare ricordare le radici, nemmeno troppo lontane nel tempo, della propria discendenza. Nessun rimpianto per la politica di Italianizzazione perpetuata in ambito Sudtirolese dopo l’annessione (e forse nemmeno terminata)?Assolutamente no. Forse qualche dubbio sull’operato di Tolomei, ma non sembra un pensiero eccessivamente condiviso tra i militanti presenti in sala.”Ogni mattino mi alzo e guardandomi allo specchio mi riscopro ogni giorno più orgoglioso di essere fascista”, afferma Andrea Bonazza, attuale responsabile di Casapound Bolzano. Spaventati? Non credo, ciò che differenzia questi fascisti da quelli che la storia ci ha fatto conoscere è la completa mancanza di un sistema, un programma politico comune al quale ispirarsi in maniera omogenea. Ogni militante sembra avere la propria idea di mondo (addirittura la propria concezione di grammatica talvolta); tutti si sottomettono alla figura del condottiero, forse, tutto sommato ne hanno bisogno. Casapound ha saputo riunire soggetti politici inascoltati ed inascoltabili, ha dato loro voce, un credo comune (seppure oscuro) e con loro ha iniziato la battaglia. Gli ideali vagano tra l’unità del Romano Impero, fino al concetto di autarchia e di razza Mussoliniano, passando per frasi sconnesse tratte dal film cult “Fight Club” e per i testi della band di riferimento “Zetazeroalfa”. I Fascisti del Terzo Millennio, quelli appartenenti alla schiera dell’Estremo centro Alto, nelle fogne hanno sempre vissuto e mai smetteranno di farlo. Seppure siano tornati alla luce del sole, quel fetido ambiente pestilenziale è rimasto dentro di loro. Al minimo tentativo di dibattito la voce si alza e, nonostante l’assoluta maggioranza di camerati in sala, la posizione è subito difensiva. Questi nuovi soggetti politici, che la politica, come la conosciamo noi, non ha mai imparato a considerare in nessun’ ottica, sono pure sempre un forte espressione di pensiero popolare, che, seppur fortemente strumentalizzato, pare innegabilmente diffuso. Seppur si mostri più come una pandemia sociale piuttosto che come movimento Politico, Casapound, e con lei il NeoFascismo Europeo, crescono di giorno in giorno. Combatterlo è necessario. La ragione non va ricercata nell’affezione ad un idea partigiana di Liberazione, che risulterebbe, oltre che improduttiva, anacronistica. Il Fascismo che viene proposto, è il Fascismo della manipolazione culturale, della propaganda di massa, che toglie importanti elementi di dialettica al dibattito politico. Questa pratica di Fascismo dimentica il concetto di coerenza all’interno dello sviluppo del proprio sistema ideologico. L’eccessiva presenza di eccezioni fa scricchiolare pesantemente il sistema; le crepe sono insite nelle fondamenta stesse dell’idea. Paradossalmente i contrasti politici più pericolosi per la stabilità dell’associazione sono proprio quelli interni; la violenza viene interpretata e reinterpretata a piacimento. Sempre a seconda della situazione, il condottiero non viene mai messo in discussione, ma non perché egli sia in grado di rappresentare effettivamente le sue genti, bensì perché esse morbosamente lo cercano, lo bramano. Il collante di tutto è quindi la fede in qualcosa di antico, dimenticato, rivisitato. Il credo risiede nelle ossa delle istituzioni, non in chi in quel momento decide di rappresentarle. Un movimento nato dal nulla sul nulla. Semper fidelis? Non credo.
Sarebbe bello se ci fosse anche una sola frase vera o non di parte, ma cosa ci si può aspettare..
RispondiEliminaA.
Noi non siamo il DIRE, siamo il FARE!
RispondiEliminaquanta gente ha visto e partecipato al dibattito e alla visione del film?
RispondiEliminameglio dire una cosa giusta di fare dieci cazzate...
RispondiEliminaFrancamente trovo certo "antifascismo" talmente settario e superficiale da risultare esattamente l'altra faccia della medaglia del fascismo più becero. Se uno non ha il dono della ragione, che sia di destra o di sinistra, può solo essere usato come uno strumento.
RispondiEliminaRiporto qui di seguito il commento da me postato sulla pagina di Sputnik che è ancora dopo quasi 24h in attesa di moderazione (sic!). Di solito manipolazine e censura vengono usate contestualmente.
Caro Giacomo Gatti, sono il presidente del piccolo cineforum di via Roen che da 60anni ospita proiezioni già viste ma sempre scomode e fastidiose come evidentemente lo è stata anche questa per te.
Inizio subito con il lamentarmi del fatto che non firmi gli articoli che scrivi: brutto segno.
Definisci “strano” l’aver ospitato CPI quando è evidente che sarebbe stato strano non farlo. Ma forse tu avresti preferito che ospite ci fosse un partigiano? Quello sarebbe forse stato il modo per “normalizzare” la serata? Mah…
A proposito di “corrette forme di sintesi” (quelle che tu imputi difettare al documentario de La Repubblica), devo dire che quella che hai fatto tu della serata è veramente imbarazzante. Non si capisce affatto dove finisce la tua analisi del film e dove iniziano le tue considerazioni sugli interventi del pubblico.
La parentesi umoristica sull’autodeterminazione dell’Alto Adige che poi è stata praticamente la tua unica e un po’ banale (quando hai parlato di senso di colpa) domanda è umoristica perché la tua sintesi non corrisponde affatto al vero. Io stesso come moderatore avevo chiarito quanto Bonzza, avesse inteso dire (in quel momento non chiarissimo nell’esposizione) e che così penso correttamente nuovamente di riassume: I secessionisti nazionalisti sudtirolesi hanno diritto ad esistere e combattere per le loro idee ma CPI non le condivide. Tutto sommato non mi sembra un concetto così astruso. Non sarebbe il mio compito ma essendo intervenuto io stesso in prima persona su questa domanda trovo la manipolazione particolarmente scorretta.
Durante la serata Bonazza ha chiaramente dichiarato che lo Stato Italiano Fascista si sia comportato male contro il popolo Sudtirolese. La cosa devo dire non ti fa affatto onore perché addirittura sostieni il contrario: “Nessun rimpianto per la politica di Italianizzazione perpetuata in ambito Sudtirolese dopo l’annessione”
Ti lamenti del fatto che ogni militante sembra avere la propria idea di mondo. Dovrebbero averla tutti uguale? Se l’avessero certo te ne lamenteresti. I militanti di sinistra hanno la stessa visione del mondo? Anche al settarismo si deve dare un limite, suvvia!
Relativamente alla concezione di grammatica ti ricordo che qualcuno dello stesso Sputnik, tutt’altro che “innoQuo” ha già dichiarato guerra alla grammatica ;-)
Relativamente alle voci che si alzano durante il dibattito dimentichi ancora di distinguere quelle degli esponenti del Veneto Fronte Skin (a mio modesto avviso piuttosto improponibili benché legittime) da quelle di Casa Pound tra loro tutt’altro che all’unisono. Sarebbe stato troppo onesto sottolinearlo, immagino.
La manipolazione e la propaganda di cui parli qual è quindi? Se critichi quella altrui non la dovresti adottare come stile politico; invece tutto questo tuo articolo ne è l’esempio più eclatante .
A proposito di certi vizi spero che non censurerai questo mio post.
PS
Quelli di CasaPoud hanno vissuto nelle fogne ma adesso a 500m da casa tua hanno realizzato il secondo centro sociale quello che tu sogni da anni. Vedi, forse ogni tanto aiuterebbe rimboccarsi le maniche invece che vivere di certe sintesi distorte della realtà che soprattutto quando mi coinvolgono mi disturbano.
Dai raga, arriverà anche il vostro momento... ;)
RispondiEliminacontinuate con le droghe pagate dal papà banchiere ... noi ci prendiamo il futuro...
RispondiEliminaAh sì, quelli che in nome di una non meglio specificata libertà di pensiero concedono spazi ai "fascisti del terzo millennio". Il regime fascista non si è comportato bene con la gente del Sudtirolo? Un bell'esercizio di retorica convoluta per affermare da una parte che le camicie nere non erano proprio delle personcine presentabili, dall'altra che i vostri oppositori "non hanno capito la portata del nostro messaggio". Non è un caso che ancora oggi non riscuotiate alcun credito presso chi parla tedesco, memore dei racconti dei parenti vessati sotto il regime, mentre fate breccia nei giovani italiani che, mancando di una propria Cultura, si aggrappano a chiunque gli dia ascolto per poi servirsene. A me sembra circonvenzione di incapace. Franz Innerhofer è un mio parente. Io stesso venni picchiato dai fasci. E se anche non avessi alcun contatto più profondo con la storia della mia terra (padre italiano madre sudtirolese) mi sentirei comunque responsabile di ciò che questi stanno provando a fare, anche col solito silente beneplacito delle classi egemoni o di chiunque lasci loro un buco dove riunirsi. Fate i ribelli e poi vi nascondete sotto la sottana del potente di turno. E adesso per farvi un piacere e darvi la possibilità di rigettare ciò che ho detto bollandolo come "ennesimo sterile attacco di chi non vi capisce" vi riporto una frase piuttosto pertinente:
RispondiEliminaI'm not an integrationist. Never could be. I couldn't integrate with my enemy. And I know who my enemy is.
Salutatemi la Rachewiltz e la Bene: pure i parenti dei vostri miti si vergognano di voi. Deve bruciare eh?
Analizziamo:
RispondiElimina- "... in nome di una non meglio specificata libertà di pensiero" - si chiama democrazia, e se fai discriminazione ideologica sei razzista come il peggior nazista esistente al mondo.
- ".. mentre fate breccia nei giovani italiani.." - tutti stupidi eh?
- "circonvenzione di incapace" - anche far credere che Andreas Hofer è stato un mito (ma possibile che in 200 anni non ce ne sia stato un altro?) potrebbe esserlo.
- "il solito beneplacido delle classi egemoni" - forse perché, finché non si fa niente di illegale, ognuno è libero di fare ciò che meglio crede della sua vita. Solo perché ti da fastidio, non è detto che sia qualcosa di brutto. Oltretutto i media non hanno riportato nulla dell'inaugurazione, forse è segno che è meglio non parlarne? CPI è tutt'altro che ben voluta dalle istituzioni, perché fa quello che gente strapagata dovrebbe fare e invece non fa.
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RispondiEliminahttp://sentierinterrotti.wordpress.com/2012/02/22/la-falsa-tolleranza-dei-nostri-libertari-fasulli/
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