Martedì 5 maggio alle 18 il leader
della Lega Nord Matteo Salvini viene a Bolzano per tenere un comizio
elettorale a sostegno del candidato sindaco leghista Carlo Vettori.
Il comizio si tiene in piazza Matteotti, il cuore dei quartieri
popolari di Bolzano.
Bolzano e l'Alto Adige sono luoghi in
cui la Lega Nord non è mai riuscita a radicarsi. Non è mai riuscita
per la particolare situazione storico-politica della provincia e
perchè qui un'ampia autonomia esiste già dal 1972, quando è stato
approvato il secondo pacchetto di autonomia. Quindi l'unico argomento
cui la Lega può affidarsi per macinare consenso rimane la lotta
contro l'immigrazione, contro i Rom e contro i centri di accoglienza
per i profughi.
Da svariati mesi infatti la linea del
Brennero è un luogo di passaggio per migliaia di profughi
provenienti dal corno d'Africa, dalla Siria e da altri luoghi
devastati da guerre e miseria. L'Alto Adige è appunto un luogo di
passaggio, visto che quasi tutti questi profughi sono diretti verso
il nord Europa. Pattuglie di poliziotti austriaci, tedeschi e
italiani controllano i treni diretti a Monaco in cerca di immigrati
“irregolari” o profughi e li buttano giù dal treno. Quando fu
discussa l'idea di creare al Brennero uno spazio di accoglienza per i
profughi tutta la destra razzista e fascista ha fatto manifestazioni
al confine austriaco per opporsi a questa eventualità. In questo
video del 14 novembre 2014 si può già vedere come anche qui la
saldatura politica fra la Lega guidata da Maurizio Fugatti e la
destra fascista di CasaPound sia una realtà anche qui in Provincia
già da qualche tempo.
Piazza Matteotti era piena per svariati
motivi. La gente era lì per il fenomeno mediatico Matteo Salvini,
che da mesi appare quotidianamente in tutti i talk show politici
televisivi, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Molti erano i
curiosi, sicuramente la maggioranza erano sostenitori. Ripete come un
automa i soliti ritornelli. Discorsi semplici, elementari, non
verificabili, spesso palesemente falsi che lisciano il pelo agli
istinti più bassi delle persone. La sua retorica tutta incentrata
sulla paura del diverso, dello straniero, del clandestino, delle
presunte malattie che gli immigrati portano aizza gli istinti più
beceri, la gente applaude.
Nel suo comizio ha esordito dicendo che
Bolzano gli sembrava Beirut, dimostrando di non avere la più pallida
idea di che tipo di città sia la capitale libanese.
LA FACCIA COME IL CULO
“La
storia era un palinsesto che poteva essere raschiato e riscritto
tutte le volte che si voleva.” Orwell 1984
Salvini è il
leader politico di un partito che è stato quasi sempre al potere
negli ultimi 20 anni. Un partito politico, la Lega Nord che ha
portato l'Italia in una situazione di guerra permanente, approvando
le invasioni dell'Afghanistan nel 2001, dell'Iraq nel 2003 e
appoggiando il bombardamento della Libia nel 2011.
Guerre che hanno
destabilizzato pesantemente un intera area geografica, creando le
condizioni ideali per l'esodo di popolazioni a cui oggi stiamo
assistendo sull'isola di Lampedusa e vicino a casa nostra, qui a
Bolzano e al Brennero.
Salvini parla come
se non avesse nessuna responsabilità. Come se il suo partito non
avesse svolto alcun ruolo nella situazione che ad oggi si è venuta a
creare. Nel cittadino medio la memoria storica è ridotta a quello
che si è mangiato a pranzo, figurarsi ricordare chi ha votato le
guerre o chi ha approvato leggi come la Bossi-Fini. I discorsi
sull'immigrazione, sui profughi e sugli zingari accendono gli animi
come pochi altri e lasciano ampio spazio all'irrazionalità,
all'impulsività, ai pregiudizi.
E' difficile
contrastare un discorso irrazionale con argomentazioni razionali, è
difficile contrastare la paura con la ragione. E Salvini, insieme ai
suoi tirapiedi fascisti lo sa bene.
Salvini si pone
come “uomo nuovo”, anche se fa parte di un partito che ha avuto
numerosi casi di corruzione e ruberie varie. La sua ascesa è stata
possibile soltanto grazie all'incredibile visibilità mediatica che
gli è stata riservata dai media e alla loro compiacenza ed assenza
di critica. Ma sbaglieremmo nel pensare che quello che dice non viene
condiviso da ampi strati popolari della società. Da questo punto
dobbiamo partire per combatterlo.
GIORNALISTI E GIORNALAI
I giornali e i
giornalai che scrivono su quotidiani locali come l'Alto Adige non
aiutano di certo e da mesi portano avanti una campagna
sensazionalistica su degrado, immigrazione e criminalità dipingendo
Bolzano come uno dei peggiori barrios di Caracas, o come una città
piena di bidonvilles tipo Calcutta. La paura si può creare ad arte
intorno al tavolo di una redazione, bastano un paio di giornalisti
disonesti e con voglia di fare carriera e la realtà all'occorrenza
si può inventare, diffondendo paranoia e sensazione d'insicurezza.
Non solo giornali
ufficiali come l'Alto Adige (gruppo Repubblica-espresso) ma anche
schifezze online di finti giornalisti come “Il giorno dell'Alto
Adige”
http://ilgiornoaltoadige.it/
sono funzionali a dare una sembianza di serietà alle menzogne
razziste propagandate dalla politica.
Inutile dire che
per i giornalisti locali la memoria a lungo termine non funziona, e
nemmeno quella a breve. Per cui inutile sperare in loro per un
analisi più approfondita di quello che succede in città.
I FATTI di Piazza Matteotti
Durante il comizio
del razzista Salvini un gruppo di circa 30 persone molto variegato si
avvicina alla piazza per contestare il ciarlatano di turno. Una
contestazione ironica verso chi fa propaganda politica sulla morte e
sulla pelle degli ultimi del pianeta. Una contestazione tranquilla
verso chi fa parte di un partito che ha portato l'Italia in guerra e
in chi è complice dell'istituzione dei CIE e di leggi infami come la
Bossi-Fini o la Fini-Giovanardi. Una contestazione contro chi è da
sempre forte con i deboli e zerbino con i prepotenti.
Insomma, 30
persone si avvicinano alla piazza con cartelli, fischietti e slogan.
Vengono notati da alcuni fascisti di CasaPound che erano in piazza.
Alcuni militanti di CasaPound, candidati al consiglio comunale di
Bolzano, tentano di aggredire fisicamente i contestatori.
Ecco qui i video
in cui si possono vedere in azione.
Video girato dal
giornale Alto Adige:
Questo è un video
girato dal quotidiano locale Tageszeitung che ha intitolato il video
in modo appropriato:”i picchiatori di Salvini”.